martedì 16 agosto 2011

"La filosofia in 32 favole", Ermanno Bencivenga

C’era una volta domani. Adesso nn c’è più. C’è un altro giorno che chiamano domani, ma domani nn c’è più. Domani è diventato ieri, o l’anno scorso, e così diventando nn è più lo stesso. E’ un pò come un bravo bambino che diventa un ladro polli: nn è più lui, ormai è un altro.
Domani era una bella giornata di sole. Ci si alzava presto al mattino e ci si sentiva pieni di energia. Si correva fuori, si facevano quattro salti nel prato, poi dentro ancora per una bella doccia e una buona colazione. Davanti al caffelatte fumante si parlava dei programmi della giornata: c’erano spese da fare dopo la scuola, amici da vedere e la sera una partita molto importante per televisione. Alla nostra squadra bastava pareggiare per andare in finale, così gli altri dovevano attaccare e attaccando si sarebbero scoperti..
Io ero affezionato a domani. Ogni tanto un giorno così ci vuole: mi mette di buon umore e il sorriso ti rimane dentro a lungo, come una fiamma che ci mette un pò a spegnersi. Adesso domani nn c’è più: è diventato ieri, o l’anno scorso. E nn è più lo stesso: quando domani è diventato ieri pioveva e nn si poteva andare fuori e nessuno aveva voglia di parlare e la nosta squadra ha perso 5 a zero. Gli altri dovevano attaccare e l’hanno fatto. Adesso c’è un altro giorno che chiamano domani, e qualcuno dice che questo giorno c’è il sole e si può andare fuori e la partita la vinciamo. E forse è vero, ma me nn interessa; anzi, nn so perchè lo chiamiamo domani. Domani nn c’è più: è diventato ieri, o l’anno scorso.

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